Scherma per non vedenti, non solo uno sport un movimento in crescita

di | 21/05/2022
Foto di un assalto

Eccomi qui, ancora una volta a parlarvi di scherma per non vedenti. Sono sempre io, Silvia Tombolini, spadista dal 2012. E’ stato un onore essere parte del movimento della scherma non vedenti italiano quasi fin dall’inizio, pertanto è con enorme soddisfazione che vi racconto gli ultimi eventi che contribuiranno alla realizzazione del nostro grande sogno: portare questo fantastico sport alle Paralimpiadi.

Dopo una fase di fermo dovuta alla pandemia da Covid 19, l’attività agonistica è ripresa e nella seconda parte del 2021 si sono svolte le due tappe conclusive del Progetto Erasmus + Sport, finanziato dalla Comunità Europea, che ha visto la nostra delegazione italiana di spadisti non vedenti volare in Spagna, insieme alle altre delegazioni di Francia, Portogallo e Svezia, per uno Stage di tre giorni, iniziato il 29 ottobre e terminato il 31 con un Torneo internazionale. Io e gli altri azzurri siamo tornati a casa con un bellissimo risultato, sia sul piano agonistico che morale. Sono state delle giornate caratterizzate da lezioni individuali, preparazione atletica e confronto tecnico molto interessanti, dove tutti noi atleti, gli allenatori e i tecnici eravamo uniti per un unico scopo, portare la nostra scherma nel mondo e ci siamo riusciti. Uno dei principali motivi alla base del progetto Erasmus + Sport era quello di promuovere la scherma per non vedenti a livello internazionale e nella tappa spagnola direi che ha trovato la sua massima espressione, infatti il presidente della federazione spagnola della scherma, che ha assistito al torneo conclusivo, ha deciso di integrare la spada per non vedenti tra le discipline agonistiche, sulla scia di quanto già fatto dalla Federazione Italiana Scherma circa 9 anni fa.

La tappa finale è stata quella di Milano, dove ancora una volta, per noi spadisti italiani non sono mancati gli ottimi risultati, in particolare durante il Torneo città di Milano del 21 novembre.

Il progetto Erasmus+ Sport, nato nel 2018, ha coinvolto città e nazioni diverse ed ha visto la partecipazione di atleti provenienti da vari paesi europei e non solo. E’ stato un’importante vetrina per la scherma non vedenti sul piano internazionale ed ha permesso di raggiungere un grande traguardo, cioè la realizzazione di un regolamento comunemente condiviso a livello europeo, da parte di Italia, Francia, Spagna, Portogallo e Svezia, che sta per essere presentato all’IWAS per l’approvazione. Un notevole passo in avanti verso il riconoscimento come sport paralimpico e quindi verso le Paralimpiadi.

In Italia il movimento della scherma per non vedenti è più evoluto che negli altri paesi. La FIS ha riconosciuto la scherma per non vedenti come disciplina agonistica a partire dalla stagione 2013/2014 e da allora ogni anno si disputano i Campionati Italiani assoluti, preceduti da 3 gare nazionali di qualificazione. Al momento ci sono circa 50 atleti, ma i numeri sono destinati a crescere, perché sono sempre di più i ragazzi ipovedenti e non vedenti che vorrebbero provare, inoltre aumentano anche le società schermistiche curiose di approcciarsi a questa disciplina.

Questo grazie al lavoro incessante dei tecnici, degli allenatori e anche di noi atleti che non perdiamo occasione per parlarne e far conoscere questo sport.

A tal proposito infatti è nata la pagina Facebook “Scherma non vedenti Italia” che si propone di dare maggiore visibilità alla nostra disciplina, informare i curiosi, fornire aggiornamenti su ciò che accade in Italia e nel mondo, e comunicare i risultati delle gare. Non ce lo aspettavamo, ma invece abbiamo ricevuto diversi contatti da parte di potenziali atleti interessati e i nostri post hanno destato curiosità anche oltreoceano.

E’ molto frequente vedere tecnici o allenatori che all’inizio guardano con un po’ di diffidenza ed incredulità alla scherma per non vedenti. Soprattutto per i normodotati sembra impossibile pensare che delle persone, senza vedere riescano a tirare di scherma, interpretando correttamente l’assalto e dando precisione al gesto atletico, ma invece è possibile ed è stato ampiamente dimostrato nelle gare nazionali e internazionali disputate fino ad ora. All’inizio per un allenatore può essere un po’ difficile entrare nell’ottica di dover insegnare ad una persona che non vede, o vede poco. Occorre comprendere che esiste un modo diverso di apprendere che non passa dagli occhi. L’atleta con disabilità visiva potrà fare tutto ciò che fanno gli altri, ma quello che accade in pedana non potrà vederlo. Saprà percepirlo, anche se in alcuni casi avrà bisogno di qualche dritta dal tecnico.

Parlando di questo sport e spiegando come funziona possiamo dare modo a sempre più persone di comprendere che c’è poco di diverso rispetto alla scherma dei normodotati. Di conseguenza anche nell’insegnamento non saranno necessari particolari accorgimenti tecnici. Bisognerà solo tener conto di alcune specificità. Il regolamento infatti è lo stesso della scherma per normodotati, ci sono solo piccole variazioni. La scherma per non vedenti prevede solamente la specialità della Spada, dove il bersaglio valido è tutto il corpo. Le stoccate sono giudicate valide solo se generate da azioni che partano dal tocco del ferro avversario. E’ importante che le lame dei due schermitori vengano a contatto per poter assegnare il punto, perché in questo modo si evita che ci siano stoccate fortuite. Gli atleti gareggiano bendati, in modo da unificare la categoria non vedenti e quella ipovedenti, e si muovono su una normale pedana da 14 metri, dove per tutta la sua lunghezza viene posta una linea centrale su cui sono obbligati a tenere almeno un piede. Grazie alle loro percezioni e sensazioni gli atleti possono comprendere la loro posizione e quella del loro avversario, inoltre sono in grado di elaborare strategie.

Gli allenatori, che sono a fianco dell’atleta, prima che inizi l’assalto possono dargli indicazioni circa l’avversario che sta per incontrare (altezza, mano armata e così via), inoltre durante il combattimento dispongono di appositi time-out per ulteriori consigli. L’apparecchio conta stoccate ha un suono bitonale differenziato, per far capire agli schermitori in assalto chi dei due ha toccato.

La scherma per non vedenti è uno sport pienamente inclusivo. E’ molto simile a quella dei normodotati e tutti possono praticarla, infatti facendo indossare gli occhialini oscurati anche agli atleti vedenti ci si può allenare insieme o organizzare delle gare integrate. Per loro è interessante, ma anche divertente.

La scherma aiuta molto i disabili visivi ad accrescere la coordinazione oltre che la sicurezza e la precisione nel muoversi, migliora l’equilibrio e consente di affinare i sensi. Gli atleti con disabilità visiva infatti, durante l’assalto devono affidarsi alle loro percezioni, al tatto all’udito e alle loro sensazioni per capire la tattica dell’avversario e reagire. E’ uno sport dinamico, dove ogni assalto è sempre diverso dall’altro e si può vincere fino all’ultimo, ma per farlo bisogna rimanere concentrati.

La scherma inoltre aiuta a formare il carattere, rende più determinati ed accresce la capacità di prendere decisioni in poco tempo.

Sono molti i lati positivi che possono invogliare una persona con disabilità visiva a tirare di scherma. All’inizio sicuramente può essere un po’ difficile imparare a coordinare precisione nei gesti e velocità di reazione, perché non vedendo bisogna basare tutto sulle percezioni, ma poi pian piano si impara.

Al momento in Italia ci sono 17 società sportive che fanno scherma per non vedenti e sono distribuite su tutto il territorio nazionale. Noi contiamo che a breve saranno ancora di più, perché parlandone e dando visibilità a questo sport aumenteranno i tecnici disposti a mettersi in gioco ed avviare corsi dedicati, quindi se qualcuno di voi fosse interessato a provare e nella sua città non ha una palestra che fa spada per non vedenti, il consiglio è di contattarci, anche attraverso la nostra pagina Facebook.

La parola d’ordine ovviamente è: “divertirsi”, ma non possiamo escludere che tra voi non ci siano i campioni che in un futuro non troppo lontano faranno volare alto il nostro tricolore nel cielo delle Paralimpiadi.

Di Silvia Tombolini

(da https://www.culturaaccessibile.altervista.org)

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